Cosa si intende con potere neutro del Capo dello Stato?
Comprendere il ruolo del Presidente della Repubblica è fondamentale non solo per gli addetti ai lavori ma anche per studenti, candidati ai concorsi e appassionati di diritto costituzionale.
Ti propongo, in questo articolo, una sintesi ragionata dei punti chiave che ho estrapolato dallo studio di una monografia scritta dal prof. Paolo Stancati, Università della Calabria. L’obiettivo è quello di offrirti un quadro chiaro e immediatamente utilizzabile per i tuoi impegni di studio e professionali.
Questo è il titolo della monografia:
Della “neutralità” del Capo dello stato in tempo di crisi: sulla (presunta) “deriva presidenzialista” nella più recente evoluzione della forma di governo parlamentare in Italia, con precipuo raffronto all’esperienza weimariana
Il contributo del prof. Stancati prende spunto dall’intervento al Convegno “L’esperienza della Repubblica di Weimar: cultura, politica ed economia”, tenutosi presso l’Università della Calabria il 21 Aprile 2012. Si tratta, com’è possibile notare, di un contributo datato perché riferita all’esperienza della presidenza di Giorgio Napolitano, tuttavia i temi trattati sono sicuramente ancora molto attuali, anche in considerazione del dibattito continuo sul ruolo del Presidente della Repubblica, non solo in tempo di crisi ma anche durante l’ordinaria amministrazione delle legislature.
Temi trattati
Indice della monografia in esame:
- Le raffigurazioni esasperate del “pouvoir neutre” presidenziale: posizione dei problemi.
- La stagione weimariana: prodromi e cause della sua dissoluzione.
- La distanza fra le esperienze costituzionali weimariana e italiana sogguardata alla stregua dei più recenti accadimenti politico-istituzionali: con particolare riguardo alla “deriva presidenzialista”.
- L’art. 48 della Costituzione di Weimar e la sua lettura evolutiva: evidente inapplicabilità all’assetto costituzionale italiano ed assoluta inconciliabilità avendo riguardo ai presìdi di garanzia ivi affermati.
- Ausnahmezustand tedesco (ex art. 48 Cost. Weimar) e pouvoirs de crise francesi (ex art. 16 Cost. V Repubblica): loro solo tendenziale apparentabilità, segnatamente a seguito della apparizione della loi constitutionnelle n. 2008-724 “de modernisation des institutions de la Ve République”.
- Conferme, in ordine alla distanza dell’assetto ordinamentale weimariano rispetto a quello italiano, rinvenibili nella relazione conclusiva del cd. Gruppo dei saggi.
- Delle possibili analogie fra il Reichspräsident weimariano e il Capo dello stato italiano riguardate alla luce della teoria espositiana del Presidente della Repubblica “reggitore dello stato in tempo di crisi”.
- L’evoluzione della forma di governo in Italia e le sue matrici costitutive: con particolare riguardo alla attualità dell’o.d.g. Perassi ed alle (altrettanto attuali) matrici teoriche anti-weimariane che lo ispirarono.
- Ambiguità (e sostanziale duttilità dommatico-ricostruttiva) della “neutralità” presidenziale nei sistemi parlamentari: con particolare riferimento alla non trasponibilità della raffigurazione schmittiana del Presidente della Repubblica “custode della costituzione”.
- Il pouvoir intermédiaire del Presidente della Repubblica in Italia nella attuale stagione di “vuoto” politico-istituzionale.
- … segue: l’attivismo della Presidenza Napolitano e la sostanziale aderenza dell’azione compositiva svolta dal Capo dello stato ai presupposti costituzionali del vigente sistema parlamentare.
- Lo scenario prossimo futuro della forma di governo parlamentare in Italia nelle (premonitrici) riflessioni di Luigi Einaudi e Costantino Mortati, ovvero “quel che conta è quello che c’è sotto”.
Riassunto dell’introduzione
La nozione di “potere neutro” non è stabile e può avere diverse interpretazioni. Da una parte, si presenta il Capo dello Stato come un’autorità che non può agire autonomamente, influenzata dalle scelte politiche degli altri. Dall’altra, ci sono punti di vista che considerano il Presidente come un soggetto attivo, capace di intervenire per perseguire interessi diversi da quelli normalmente considerati. Questo è particolarmente rilevante in situazioni di emergenza, dove il Presidente potrebbe prendere decisioni senza il consenso degli organi politici e poter emanare atti di grande significato politico.
Questi atti si distinguono da quelli che si riferiscono a fini costituzionali e possono essere più simili a quanto descritto da Schmitt come “pouvoir préservateur“, cioè come strumento di difesa della legge e non semplicemente come mediatore. La critica schmittiana si concentra sull’idea di legalità neutra e sulla limitazione dei poteri del Presidente. In Italia, il pensiero di Carlo Esposito sul Presidente “reggitore dello stato in tempo di crisi” si basa su concezioni simili, ma l’autore ritiene che queste idee non siano applicabili nella situazione attuale di crisi politico-istituzionale.
La Costituzione non menziona l’assunzione di “poteri di crisi” né funzioni di “custodia” con un alto contenuto politico. La questione della “neutralità” presidenziale è esaminata anche alla luce delle azioni di Napolitano, il quale ha svolto un ruolo rilevante negli ultimi anni. Non è dimostrabile che la sua azione abbia violato i principi costituzionali, né che ci siano state interferenze tali da meritare il termine “deriva presidenzialista”. Questa deriva, intesa come una grave intrusione da parte del Presidente, si manifesterebbe solo in situazioni di attacco alla Costituzione o di destabilizzazione della democrazia. Le azioni di Napolitano sembrano invece coerenti con il funzionamento democratico, rispondendo a una richiesta di intervento in un contesto politico vuoto.
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